I nostri Oratori di Cerro Maggiore e Cantalupo hanno ora un sito (alla cui creazione si è dedicato con zelo Matteo Cuturello), un luogo virtuale in cui si possono facilmente trovare notizie, approfondimenti e aggiornamenti sulle differenti attività che lungo l’anno le Comunità cristiane svolgono a vantaggio dei più giovani. Ma non solo.

Hanno anche un logo, un segno che richiami alla memoria il senso del nostro stare insieme e in cui ciascuno di noi si possa identificare.

Il logo è stato creato da Gianmauro Cozzi, che come sempre ha messo la sua genialità e la sua professionalità (lavora come Art Director per Sergio Bonelli Editore) a servizio della Chiesa. Ogni tratto ha un significato nel quale vorrei provare ad introdurti.

Significato del logo

Lo sguardo parte dalla croce, da Gesù che è il Risorto. Egli è rappresentato dal bianco sul legno, bianco che è luce, che è origine di ogni colore. La croce è piantata nel terreno e, richiamando il mosaico dell’abside della basilica di san Clemente a Roma che i nostri ragazzi di 3ª media visitano ogni anno, dal suo essere conficcata nel terreno scaturisce una sorgente d’acqua, simboleggiata dall’azzurro che si diffonde immediatamente intorno ai piedi della croce. Cristo che entra nella storia, il Suo amore che abita la storia, fa scaturire una fonte incessante di acqua viva e rende ciascuno di noi missionario che, secondo quanto dice Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, quando è «pienamente dedito al suo lavoro sperimenta il piacere di essere una sorgente, che tracima e rinfresca gli altri. Può essere missionario solo chi si sente bene nel cercare il bene del prossimo, chi desidera la felicità degli altri. Questa apertura del cuore è fonte di felicità, perché “si è più beati nel dare che nel ricevere” (At 20,35). Non si vive meglio fuggendo dagli altri, nascondendosi, negandosi alla condivisione, se si resiste a dare, se ci si rinchiude nella comodità. Ciò non è altro che un lento suicidio» (n. 272).

L’amore di Gesù ci raggiunge là dove siamo, e noi siamo a Cerro Maggiore e Cantalupo; perciò ecco che l’acqua di sorgente si diffonde, come per cerchi concentrici, dentro la nostra realtà, significata dalle lettere C M C. L’acqua ci raggiunge attraverso volti concreti, attraverso un’Amicizia grande offerta a chiunque. Ecco il senso dei sette ragazzi colorati ciascuno di un colore diverso. Ognuno di essi è una goccia – il pallino bianco che forma il viso di ciascuno – che permette all’acqua di irrigare ogni ambiente e ambito della vita. Sono colorati in modo differente, come differenti sono i carismi, i doni, che ognuno ha ricevuto dallo Spirito Santo, per l’utilità di tutti. E sono insieme come in un abbraccio d’amicizia, quell’abbraccio nel quale siamo inseriti con il Battesimo. È l’abbraccio della Chiesa, un’Amicizia da sperimentare e di cui i nostri ragazzi possono fare esperienza proprio nella vita dell’Oratorio. Sono sette come i 7 Sacramenti che sono l’opera di Cristo nella storia attraverso la Chiesa; sono 7 come la somma delle virtù cardinali (4) e teologali (3) che ci indicano la bellezza di una vita umana piena che si lascia riempire dalla Grazia di Dio; sono 7 come le opere di misericordia corporali e spirituali, attuazione delle virtù e conseguenza dei Sacramenti.

E da ultimo la “O“. È la “O” di Oratorio, evidentemente. Al centro dell’Oratorio c’è Gesù Crocifisso e Risorto, che continua a far sgorgare acqua nuova e fresca, che origina il movimento dell’azione educativa e missionaria dell’Oratorio. La “O” racchiude al suo interno C M C, ma è più grande di esse, perché è più grande della semplice realtà del nostro territorio: l’Oratorio è il volto della Chiesa per i più piccoli, e la Chiesa non è limitata dai confini territoriali di Cerro Maggiore e Cantalupo, ma raggiunge e abbraccia ogni uomo e ogni donna sulla terra. La “O” è anche il desiderio di conoscere, e lo capiamo osservando la formella dell’astronomia a Firenze, sul campanile di Giotto, in cui lo scienziato scruta il cielo in uno studio circolare, «perché la stanza dell’uomo è l’universo e l’uomo è grande come l’universo nel desiderio di conoscere». E guardando le stelle sulla volta celeste, si accorge di Dio e degli angeli che si affacciano, perché «l’uomo da ciò che vede è condotto a scoprire ciò che non vede» (Mariella Carlotti). È il compito educativo: portare a vedere la profondità vera del reale, il senso autentico delle cose, cioè il significato e la direzione. Guardiamo al Crocifisso Risorto, puntiamo in Lui e a Lui.

L’Astronomia. Firenze, Campanile di Giotto